sabato 4 dicembre 2010

INTOLLERANZA AL LATTOSIO


L'intolleranza al lattosio è una forma molto comune di deficit di Lattasi, enzima necessario per il metabolismo del latte e dei suoi derivati, presente in circa il 50% della popolazione mondiale. Circa il 30-40% della popolazione italiana ne è affetta, anche se non tutti i pazienti manifestano sintomi. Esiste una forma congenita ed una forma acquisita: la forma congenita si può manifestare nel lattante sin dalla nascita, oppure, più tardivamente, nell'adulto; la forma acquisita è secondaria ad altre patologie, acute (salmonellosi, colera, enteriti acute) o croniche intestinali (celiachia, morbo di Crohn,linfomi, enteriti attiniche).
La mancata scissione del lattosio in glucosio e galattosio, comporta il passaggio della molecola inalterata attraverso l'intestino tenue, dove richiama acqua, fino al colon, dove viene scissa in ammoniaca, idrogeno e anidride carbonica. Il conseguente quadro clinico è caratterizzato da gonfiore e distensione addominale, diarrea, dolori ad dominali di tipo crampiforme, flatulenza. Tali sintomi si possono presentare singolarmente o in associazione. Inoltre, questa patologia è spesso associata alla rettocolite ulcerosa e alla sindrome del colon irritabile.
Il test più sicuro ed affidabile per la diagnosi di intolleranza al lattosio è l'H2 Breath Test, che valuta la presenza di idrogeno nell'espirato prima e dopo la somministrazione di 50 gr. di lattosio, prelevando 9 campioni di aria ottenuti facendo soffiare il paziente in una sacca a intervalli regolari (ogni 30 minuti), per un tempo massimo di 4 ore. In caso di malassorbimento del Lattosio, dopo l'assunzione di quest'ultimo, in assenza dell'enzima che deve metabolizzarlo (Lattasi), nell'intestino si verificano processi di fermentazione, con relativo aumento di produzione di H2, che viene assorbito in circolo ed eliminato attraverso i polmoni con il respiro. Nell'intestino in condizioni di normalità si produce un quantitativo minimo di H2; l'aumento di quest'ultimo nell'espirato, dopo l'assunzione di Lattosio, dimostra un mal assorbimento di varia entità(lieve, moderato o grave).
L'unica terapia per i pazienti affetti da intolleranza al Lattosio è l'esclusione dalla dieta degli alimenti contenenti il Lattosio per un periodo di tempo di almeno tre mesi, con la successiva verifica mediante H2 Breath Test di controllo.
Poiché il lattosio viene spesso utilizzato nell'industria alimentare come conservante, sarà opportuno leggere la composizione degli alimenti in scatola e surgelati, al fine di evitare l'introduzione accidentale di quote di lattosio. Anche molti farmaci contengono lattosio come eccipiente, compresi i granuli omeopatici: attenzione, quindi, ai foglietti illustrativi.
Una conseguenza da non sottovalutare è che le persone affette dal deficit di lattasi evitano istintivamente latte e latticini, determinando una possibile carenza di Calcio.
I formaggi a pasta extradura, come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, e quelli a pasta dura(Emmenthal, Groviera) non contengono lattosio, eliminato durante il processo di stagionatura. Possono quindi essere assunti e assicurare un adeguato apporto di calcio.
Le verdure a foglia verde, i fagioli, il latte di soia fortificato ed i succhi 100% frutta integrati con calcio rappresentano buone fonti di calcio; sono inoltre eccellenti fonti di sostanze fitochimiche ed antiossidanti, contengono pochi grassi e sono privi di colesterolo e proteine animali.

DIETA PRIVA DI LATTE
Evitate i seguenti alimenti:
Latte vaccino (sia in polvere che fresco, sia scremato che intero );
Burro;
Yogurt;
Formaggi;
Lattosio (compresi i granuli omeopatici );
Biscotti (con latte o burro negli ingredienti );
Cioccolato al latte;
Crema di pasticceria;
Crema di whisky;
Crema di limoncello;
Gelati;
Margarine (alcune contengono latte);
Latte di capra;
Bovini (manzo - vitello - bresaola );
Agnello - capretto.

Controllate la lista dei vari ingredienti nei seguenti prodotti:
Salse;
Ragù;
Polenta;
Purè di patate;
Ripieni di alimenti surgelati;
Salumi in genere (latte in polvere per amalgamare le carni);
Prosciutto cotto.
Come alternative si possono provare:
latte di soia - cocco - mandorle - riso;
budini e gelati di soia.

venerdì 26 novembre 2010

salvabebè

PER IL TUO BAMBINO…


ACQUA: scegliere un acqua con residuo fisso inferiore a 200 mg/l. Possibilmente acqua di montagna e in vetro. E’ bene offrire acqua al bambino con il bicchierino e non con il biberon.

TABELLA PER L’INTRODUZIONE DI FRUTTA (di stagione)

Fino a 7 mesi: mela, pera.
Da 7 a 9 mesi: prugne nere, prugne gialle, susine, albicocche.
Da 9 a 12 mesi: mandarini, clementine, melone, pesche, anguria, ciliegie.
Oltre i 12 mesi: fragole, kiwi, arance.
NB: le banane solitamente non sono italiane, ma sono di provenienza dai paesi tropicali, paesi dove la magistratura in campo alimentare è meno restrittiva di quella italiana, quindi le banane possono contenere tracce di antiparassitari, ad esempio il DDT, tossico e cancerogeno. Preferire quindi banane italiane.

TABELLA PER L’INTRODUZIONE DI VERDURA (di stagione)

Dai 6 ai 9 mesi: carota, patata, zucchine, zucca, lattuga, bieta, finocchi, (alghe nel brodo).
Dai 9 ai 12 mesi: sedano, spinaci, porri, cavolfiore, cavolo, cappuccio, punte di asparagi, (ortica, germogli di luppolo, germogli di silene).
Dai 12 ai 18 mesi: pomodori, carciofi, cardi, cavoletti di Bruxelles, verze, cipolla, aglio.
Dai 18 ai 24 mesi: peperoni, melanzane, cetrioli, (alghe).
Oltre i 3 anni: funghi.

TABELLA PER L’INTRODUZIONE DI CEREALI

Fino a 7 mesi: riso, mais, miglio, orzo.
Dai 7 ai 9 mesi: farro, semolino di frumento, grano saraceno.
Dai 9 ai 12 mesi: pastina, cous-cous, panbiscotto
Oltre i 12 mesi: avena, segale.

TABELLA PER L’INTRODUZIONE DEGLI ALIMENTI PROTEICI

Fino ai 7 mesi: latte materno, yogurt vaccino o caprino, ricotta, mandorle, lenticchie rosse.
Da 7 a 9 mesi: piselli, (tofu).
Da 9 a 12 mesi: fagioli, ceci, formaggi freschi, tuorlo d’uovo (a 10 mesi), parmigiano (introduzione controversa).
Oltre i 12 mesi: parmigiano, pesce, (seitan).
Oltre i 18 mesi: uovo intero, carne (bianca preferibilmente)
Dopo i 3 anni: insaccati, dolci e gelati industriali.

TABELLA PER IL BAMBINO ALLERGICO

FRUTTA A BASSA REATTIVITA’ ALLERGICA:
pera, banana, prugna, susina.
FRUTTA AD ALTA REATTIVITA’ ALLERGICA:
mela, albicocca, ciliegie, pesca, anguria, melone, agrumi, fragole, kiwi.
VERDURA A BASSA REATIVITA’ ALLERGICA:
carota, patata, bieta, lattuga, finocchio, zucca.
VERDURA AD ALTA REATTIVITA’ ALLERGICA:
sedano, zucchina, pomodoro, melanzana.

martedì 2 novembre 2010

Dormire poco annulla gli sforzi dimagranti

Limitare le ore di sonno notturno vanifica i successi che si possono ottenere con la dieta. L'interessante novità emerge da una ricerca condotta da un'equipe della University of Chicago's General Clinical Resource Center. I dieci i soggetti inseriti nello studio, di età compresa tra 35 e 49 anni, in soprappeso od obesi, sono stati sottoposti a una dieta ipocalorica e valutati in due periodi successivi: durante il primo periodo hanno dormito mediamente per 8,5 ore per notte, durante il secondo 5,5. In entrambi i momenti la dieta ha previsto un introito di 1450 calorie al giorno. Al termine della ricerca è emerso che in entrambe le sessioni si è verificato un calo ponderale di circa 3 kg. Quello che è cambiato, e di molto, è stato la composizione di questi chili persi. Durante il periodo che comprendeva otto ore abbondanti di sonno, dei 3 kg persi metà era costituita da grasso e l'altra metà da massa magra; durante il periodo di 5,5 ore di sonno, soltanto 700 grammi erano formati da grasso mentre i rimanenti 2,7 kg erano composti da massa magra. Inoltre, dormire un numero adeguato di ore per notte aiuta a mantenere sotto controllo la grelina, un ormone che stimola l'appetito. Poche ore di riposo notturno ne aumentano invece la presenza nell'organismo, determinando quindi un senso di fame maggiore. "Con questa ricerca abbiamo evidenziato senza ombra di dubbio come la composizione dei chili persi durante una dieta dipenda in larga misura da quante ore si dorme la notte", conclude Plamen Penev, dell'università di Chicago.

martedì 20 luglio 2010

Lupino, un ingrediente speciale


Il lupino appartiene alla famiglia delle leguminose. E' dotato di una buona qualità nutrizionale ed è inoltre un alimento senza glutine.

Qualità nutrizionali: - Da un punto di vista nutrizionale, il lupino è importante per l'apporto di proteine (43% su 100g di farina), pari a quello della soia (40,8% su 100g di farina) paragonabile a quello della carne e superiore a quello delle uova. Il lupino, quindi diventa una ottima fonte alternativa alle proteine di origine animale. Recenti studi hanno dimostrato che nel lupino è presente una particolare proteina con potere ipocolesterolemizzante e ipoglicemizzante, caratteristica di particolare interesse per chi ha livelli alti di colesterolo (> 200 md/dl) e glicemia (> 110 md/dl). Più elevato di tutti gli altri legumi è l'apporto in fibra (25.5g su 100g farina), mentre l'apporto in grassi è inferiore rispetto a quello della soia (8% vs 23%) . Infine ottimo il rapporto omega 6/omega3, importanti acidi grassi definiti "essenziali", poiché il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli e dunque debbono essere assunti con la dieta. Tra le varie caratteristiche positive del lupino risalta anche il basso contenuto di fitati (sali dell'acido fitico), molecole che riducono la biodisponibilità di due importanti minerali: il calcio e lo zinco.

Tale legume contiene una specifica proteina, la conglutina-gamma. Secondo gli studiosi, la conglutina-gamma può "Contribuire a migliorare il metabolismo del glucosio: imitando l'insulina, la sostanza in questione aumenta la concentrazione di proteine attivatori di GLUT-4, il trasportatore di glucosio del muscolo, e di regolare il metabolismo dei muscoli.
In ogni caso, il lavoro dei ricercatori italiani non è ancora concluso, i risultati non definitivi. Il prossimo passo dell'indagine sarà approfondire le qualità della conglutina-gamma in veste di composto insulino-sensibilizzante e aprire alla sua applicazione come farmaco, come integratore alimentare nell'obesità, e anche in altre condizioni insulino-resistenti come la sindrome metabolica.

martedì 18 maggio 2010

L'allattamento al seno rinforza le ossa.

I bambini allattati al seno vantano uno scheletro in media più grande e robusto a quattro anni di età rispetto ai coetanei nutriti solo con latte artificiale.

giovedì 13 maggio 2010

ALIMENTAZIONE E SPORT

Le discipline sportive non sono tutte uguali, talune si classificano come sport di resistenza (maratona, ciclismo, canottaggio...), altre come sport di forza (body building..) o ancora sport di destrezza (ginnastica artistica e ritmica..). In una competizione sportiva o allenamento il tipo di attività può essere aerobica, anaerobica o mista.

La spesa energetica attribuibile allo sport si può calcolare grazie ai coefficienti per le attività sportive (MET). Un MET corrisponde a 3,5ml di ossigeno consumato per Kg di peso corporeo per minuto, questo parametro dipende quindi dal peso dell'individuo e dalla durata dell'esercizio.

La dieta dello sportivo deve essere sana ed equilibrata, ma soprattutto variata. I vegetali e la frutta sono indispensabili per recuperare sali minerali, vitamine, acqua e antiossidanti, utili per il benessere cellulare. Le proteine sono importanti e sono maggiormente dosate negli sport di forza rispetto a quelli di resistenza, i quali avranno invece più necessità di una quota superiore di carboidrati. Importante è organizzare correttamente gli orari dei pasti e degli spuntini, per garantire l'energia sufficiente al muscolo per ottenere la miglior prestazione fisica e fornire la razione di recupero x riformare il glicogeno muscolare entro 20 minuti dalla fine dell'attività sportiva, al fine di evitare glicogenosintesi a partire dalle proteine del muscolo stesso. E' quindi indicato un piccolo spuntino a base di zuccheri semplici, come ad esempio 1 piccolo frutto, 150ml di latte, 1 yogurt alla frutta, 1 succo di frutta...

In caso di competizioni sportive l'atleta avrà bisogno di aumentare il glicogeno muscolare già dalla sera precedente e quindi la cena sarà ricco di carboidrati (pasta ad esempio). Il giorno stesso della gara si possono mangiare carboidrati complessi 3 ore prima della prestazione, mentre un'ora prima è bene assumere una bevanda con il 5% di zuccheri, oppure un frutto.

Reintrodurre l'acqua alla fine della competizione o allenamento è fondamentale per evitare la disidratazione, in alcuni sport di resistenza molto duraturi l'acqua va assunta a piccoli sorsi anche durante l'attività stessa.

Una ricetta casalinga per la reidratazione: aggiungere ad un litro di acqua naturale minerale, 30g zuccheri, 2g sale ed il succo di un arancia o pompelmo.


Le conseguenze della disidratazione sono:


secchezza della bocca

secchezza della pelle

arrossamento della pelle

astenia

cefalea

inappetenza

apatia

crampi muscolari


Il fabbisogno giornaliero di acqua per i bambini è di 1,5ml per calorie introdotte con la dieta; mentre per l'adulto è di 1 ml per calorie introdotte con la dieta oppure 30ml per Kg di peso corporeo (es adulto di 60Kg dovrebbe introdurre 1800ml di acqua).

Può essere utile sapere che l'acqua più alcalina può aiutare a contrastare l'acidosi lattica, quindi non gasata, minerale, con pH alto.








giovedì 8 aprile 2010

IL DIARIO ALIMENTARE

Il DIARIO ALIMENTARE è un strumento semplice e molto utile alla dietoterapia, si utilizza registrando dettagliatamente gli alimenti assunti durante tutti i momenti della giornata, compresi i caffè assunti durante la giornata con l'eventuale zucchero aggiunto, e le eccezioni varie, le caramelle, le bevande gassate e/o zuccherate, i cioccolatini…
E' possibile e utile aggiungere dei commenti al pasto, che possono riguardare lo stato d'animo, di salute e la situazione.
La massima SINCERITA’ nel compilare il Diario Alimentare ti procurerà i maggiori benefici, rendendo possibile un reale aiuto da parte della dietista ed una personale consapevolezza, utile al miglioramento delle abitudini alimentari.
DIARIO ALIMENTARE SETTIMANALE

COLAZIONE SPUNTINO PRANZO MERENDA CENA DOPOCENA

LUNEDI

MARTEDI

MERCOLEDI

GIOVEDI

VENERDI

SABATO

DOMENICA



commenti
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Allattamento al seno

L'allattamento materno risulta essere il modo ottimale per nutrire e accudire il proprio figlio nei primi mesi di vita ed è una delle caratteristiche fondamentali dell'essere umano, in quanto mammifero.

Nonostante i grandi progressi degli ultimi decenni nel campo dell’alimentazione artificiale del lattante, l’alimentazione al seno resta la migliore possibile per i primi mesi di vita, infatti assicura uno stato di piena salute psico-fisica al lattante ed un equilibrato e sano rapporto psico-affettivo tra madre e figlio.

VANTAGGI DEL LATTE MATERNO:
-Diversa composizione chimica rispetto al latte vaccino e agli altri tipi di latte
-Presenza di modulatori di crescita ancora non ben identificati nella loro natura chimica
-Alta biodisponibilita’ di ferro, zinco, lipidi e presenza di lipasi;
-Proprietà antinfettive dovute alla presenza di fattori ad azione anti-batterica ed antivirale;
-E' ricco di anticorpi che proteggono il neonato, rinforzando il suo sistema immunitario;
-Il costo è decisamente inferiore al latte artificiale.
-La composizione del latte materno cambia durante il giorno e nel corso del tempo.
-E’ completo, ha la giusta quantità di acqua, è facilmente digeribile e lo protegge da varie malattie dell’infanzia e dell’età adulta.
-L'assorbimento e la digestione del latte materno è pressoché immediata e integrale.
-L'allattamento al seno soddisfa bisogni diversi dalla fame, quali la sete (data l'alta percentuale di acqua presente nel latte), il bisogno di consolazione, di contatto e di contenimento, soprattutto nei primi sei mesi.

L‘Organizzazione Mondiale della Sanità parla di 6 mesi almeno di allattamento esclusivo, durante i quali il neonato si nutrirà esclusivamente del latte della madre, senza assumere nessun altro alimento o bevanda.

VANTAGGI PER LA MADRE:
Durante l'allattamento al seno si producono ormoni che:
-favoriscono il rilassamento e la serenità,
-aumentano l'istinto materno e il legame affettivo con il bambino
-contribuiscono alla prevenzione dei tumori di seno ed ovaie.
Nelle donne che allattano c'è una drastica riduzione dei casi di depressione post-parto.
Inoltre un contatto precocissimo con il bambino (nei primi minuti dopo il parto) stimola la produzione di ossitocina grazie alla quale la contrazione dell'utero risulta più rapida, quindi la pulizia e l’involuzione fisiologica.
L'allattamento permette alla madre di consumare i grassi accumulati durante la gravidanza, proprio in vista del periodo di allattamento, e di ritornare quindi facilmente al peso forma.


Alimenti da evitare durante l’allattamento

(in caso di coliche e meteorismo doloroso del figlio)

Cavoli, cavolfiori, broccoli, cardi,asparagi, verza, cicoria, rape, radicchio, carciofi, pomodori acerbi, patate inverdite, funghi, aglio crudo, cipolla cruda, porro, erba cipollina.

Selvaggina, cacciagione, carni conservate, insaccati, wurstel, zampone, cotenna, bovino con gelatina in scatola.

Camerbert, cheddar, gorgonzola, pecorino, brie, provola affumicata, roquefort.

Strutto,lardo, panna, maionese, insalata russa, dado da brodo, ketchup, noce moscata, curry, peperoncino.

Mitili, molluschi, polpa di granchio, surimi, acciughe salate, acciughe sott'olio.

Castagne, frutta secca, legumi poco cotti.

Superalcolici.

Alimenti da consumare raramente e con moderazione :
Vino, Birra Caffè, Coca Cola, Thé
Agrumi, Fragole,
Crostacei, Salmone affumicato, Tonno, Sgombro, Alici, Aringhe
Spinaci, Funghi, Pomodori, Bietole
Formaggi fermentati
Cioccolato, Cacao, Dolci da pasticceria,
Fritture, Margarine,
Prodotti da forno confezionati.

lunedì 15 marzo 2010

Calcio sole e movimento per le ossa... fin da giovani.

Raggiungere il picco di massa ossea nell'infanzia e nell'adolescenza è cruciale nel ridurre il rischio di osteoporosi negli anni successivi. E' durante l'infanzia, infatti, che i bambini accumulano il calcio necessario che poi servirà nelle età avanzate. Lunica prevenzione efficace si attua da giovani, è in questo momento, infatti, in cui si riesce ad aumentare in maniera sensibile la massa ossea, attraverso tre punti: il primo è una dieta equilibrata, che garantisca il fabbisogno di calcio e vitamina D; il secondo è l'attività fisica regolare; e il terzo punto è la sufficiente esposizione alla luce del sole, infatti anche quando c'è carenza di vitamina D, questo è il modo migliore per produrla. La prevenzione perciò deve iniziare da giovanissimi.

Fonti alimentari di Calcio: latte e derivati, avena, noci, mandorle, vegetali a foglia verde e spezie.

Fonti alimentari di Vitamina D: olio di fegato di merluzzo, salmone, aringhe, latte e derivati, uova, fegato, verdure a foglia verde.

venerdì 12 marzo 2010

Diabesità

L'obesità, oltre a rappresentare di per sè stessa una condizione patologica, è anche la causa singola principale del diabete tipo 2. L'80% degli obesi adulti diventa diabetico. Anche nel bambino l'obesità rappresenta un forte fattore di rischio per il diabete, tanto che questa malattia, fino a qualche anno fa appannaggio esclusivo dell'età adulta, comincia per la prima volta nella storia dell'umanità, ad apparire in età pediatrica.

giovedì 25 febbraio 2010

Screening e criteri diagnostici per il diabete gestazionale


Il diabete gestazionale è una patologia tipica del periodo di gravidanza. Nella maggior parte dei casi scompare con il termine della gravidanza, anche se il rischio di sviluppare un diabete tipo 2 dopo 5-10 anni dopo il parto è aumentato.

I fattori di rischio per l'insorgenza di questa patologia sono:
- obesità,
- familiarità diabetica,
- diabete gestazionale in una precedente gravidanza,
- precedente parto di bambini di peso superiore a 4,5 kg,

- alimentazione squilibrata ed eccessiva,
- età piuttosto avanzata per la gravidanza.


La placenta secerne diversi ormoni che hanno un effetto contrario a quello dell'insulina, provocano, cioè, l' iperglicemia (aumento degli zuccheri nel sangue). L' organismo materno reagisce all'effetto iperglicemizzante degli ormoni placentari aumentando la produzione pancreatica di insulina, il principale ormone che agisce diminuendo gli zuccheri nel sangue e favorendo la loro utilizzazione da parte dei tessuti. Se il pancreas materno non riesce a far fronte all'aumentata richiesta e produce quantitativi di insulina non più sufficienti a tenere sotto controllo la glicemia siamo in presenza di diabete gestazionale .


Screening per il diabete gestazionale:

CARICO ORALE DI GLUCOSIO di 50g: un prelievo con misurazione del glucosio plasmatico a digiuno e un secondo prelievo un'ora dopo l'assunzione dei 50g di glucosio.

Un valore maggiore o uguale a 140mg/dl nel plasma venoso indica la necessità di un test diagnostico completo sulla tolleranza al glucosio.


Diagnosi di diabete mellito gestazionale:

Carico di 100g di glucosio somministrato al mattino dopo un digiuno notturno di almeno 8 ore, ma non più di 14 ore, e dopo 3 giorni di dieta libera e di attività fisica.

Il glucosio plasmatico venoso è misurato a digiuno e 1, 2 e 3 ore dopo il carico di glucosio. La paziente dovrà rimanere seduta e non dovrebbe fumare nel corso dell'esecuzione del test.

Per la diagnosi di diabete devono essere presenti almeno 2 delle seguenti concentrazioni nel plasma venoso:

A digiuno 105mg/dl

60 min: 190mg/dl

120 min: 165 mg/dl

180 min: 145 mg/dl


Qual è la cura?

La cura principale riguarda la dieta . In questo caso specifico è importante controllare le glicemie e al tempo stesso fornire le calorie e le sostanze nutrienti sufficienti per sostenere sia i bisogni della madre che l'accrescimento adeguato del feto. E' essenziale introdurre molta fibra vegetale grazie alla verdura e ai legumi debitamente conteggiati nella dieta.

giovedì 21 gennaio 2010

ALIMENTAZIONE IN GRAVIDANZA


Alcuni consigli:
  1. fare pasti piccoli e frequenti (4-5)

  2. consumare quantità non scarse di latte come tale o aggiunto ad altri alimenti (es. purè), per il suo prezioso contenuto di proteine ad elevato valore biologico e soprattutto di Calcio, Fosforo, Magnesio, vitamine A e D. Se poco tollerato si può consumare Latte ad Alta Digeribilità.

  3. consumare quotidianamente alimenti con proteine ad alto valore biologico come carne, pesce, uova, formaggio.

  4. nelle donne negativa al Toxo Test è importante evitare il consumo di carni crude, insaccati (es. prosciutto crudo) verdura cruda e frutta non correttamente lavate o sbucciate (è preferibile utilizzare Amuchina o bicarbonato). Evitare assolutamente contatti e contaminazioni con feci di gatti.

  5. sostituire spesso la carne con il pesce (3 volte la settimana), per il suo contenuto di acidi grassi poliinsaturi, fosforo, iodio e per la maggiore digeribilità.

  6. consumare abitualmente ortaggi e frutta fresca per l'apporto di vitamine, minerali e fibra alimentare.

  7. consumare cibi integrali in modo da combattere la stipsi che si manifesta frequentemente in questo periodo.

  8. evitare o ridurre cibi che generano gonfiore addominale e meteorismo.

  9. evitare superalcolici, aperitivi, vini liquorosi e ridurre al minimo il consumo di vino e birra.

  10. limitare il consumo di caffè, tè o bevande come la coca-cola o energy drink in quanto contengono caffeina.

  11. non eccedere nel consumo di alimenti dolci al fine di contenere l'aumento di peso nei valori ritenuti desiderabili.

  12. preferire cibi poco elaborati, facilmente digeribili e limitare fritture e gli alimenti troppo salati.

  13. l'uso del sale dovrebbe essere ridotto per non accentuare la ritenzione idrica e per un miglior controllo pressorio.